21/11/2019
San Francesco e l’imperatore Federico II, nati a dodici anni di distanza l’uno dall’altro (1182 e 1194), sono sicuramente le due figure che più di tutte hanno caratterizzato il percorso della storia medioevale.
Due figure che, nella diversità del loro ruolo e della loro azione, hanno determinato nell’occidente europeo mutamenti politici, culturali, religiosi di cui ancora oggi possiamo apprezzare gli sviluppi e le conseguenze.
Probabilmente i due non si sono mai incontrati fisicamente, al di là della pur credibile congettura che Bernardone, padre di Francesco, abbia portato il figlio adolescente ad assistere al solenne battesimo, avvenuto nella cattedrale di San Rufino in Assisi, di Federico, allora affidato al rettore del Ducato di Spoleto, il tedesco Corrado di Urslingen.
Tuttavia i loro percorsi si sono in vario modo incrociati e uno degli scopi del Convegno è proprio quello di approfondire dal punto di vista storico la portata e il senso di queste convergenze, in particolare del fatto che San Francesco e Federico II, a distanza di circa dieci anni, furono protagonisti, se pure con finalità diverse, di un incontro con il Sultano d’Egitto Al Kamil, a testimonianza del comune tentativo di percorrere la via della tolleranza e del dialogo fra culture e religioni diverse.
Quello che Francesco, recatosi nel 1219 a Damietta, sul delta del Nilo, allora assediata dai crociati, trasmetterà al Sultano al Malik al Kamil invitandolo a convertirsi e a dialogare con i crociati, è un messaggio di pace, un messaggio che discende dall’alto e che coinvolge tutti gli uomini essendo finalizzato a dare all’intera umanità una possibilità di pacifica convivenza.
Federico II imperatore, per parte sua, di padre svevo ma cresciuto nel multiforme ambiente etnico e culturale della Sicilia arabo-normanna, realizzando l’incontro fra tre grandi civiltà, la latina, l’araba e la tedesca, attua un progetto politico di grande modernità, caratterizzato da un moderno atteggiamento di tolleranza verso le diverse civiltà e le diverse culture. Il suo incontro con lo stesso sultano, avvenuto nel 1229, vuole rappresentare un’alternativa diplomatica e pacifica alle sanguinose crociate.